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Il nucleare oltre confine mette a rischio l’Italia

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L’Italia è esposta a “problemi seri” in caso di incidente nucleare a uno degli impianti vicini al confine. Queste le conclusioni che emergono da un convegno organizzato dall’Istituto superiore per la protezione ambientale.
L’Italia è esposta a “problemi seri” in caso di incidente nucleare a uno degli impianti vicini al confine. Queste le conclusioni che emergono da un convegno organizzato dall’Istituto superiore per la protezione ambientale sui risultati degli stress test alle centrali nucleari europee (più quelle di Svizzera e Ucraina unitesi volotnariamente), decisi in seguito all’incidente di Fukushima in Giappone nel marzo del 2011. Le distanze minime degli impianti nucleari esteri dal confine italiano sono di 100-200 chilometri. Distanze, osserva l’Ispra, pari “all’ordine di grandezza della distanza di Fukushima da Tokio, non particolarmente ridotte ma tali da poter creare problemi, anche seri”, in caso di “incidente grave e condizione meteorologica sfavorevole”. I Paesi, al di là delle Alpi, che fanno più ‘paura’ all’Italia sono: Svizzera (5 unità), Slovenia (1 unità) e Francia (58 unità). L’impianto più vicino all’Italia è quello di Muehleberg in Svizzera, da 320 MW (Megawatt) in esercizio dal 1971, posto a 98 km dal confine italiano. In Slovenia, l’impianto di Krsko è relativamente di piccola taglia, 600 MWe (Megawatt elettrici); la zona in cui sorge è il bacino della Sava, il fiume che confluisce nel Danubio a Belgrado, a circa 130 km dal confine italiano. In Francia ci sono 58 unità in esercizio distribuite su 19 siti differenti.  “E’ ormai evidente che è sempre più urgente un referendum europeo sul nucleare. E’ necessario che sull’uso di una fonte energetica pericolosa e antieconomica come l’energia atomica decidano i cittadini”, ha dichiarato il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. Bonelli ricorda che “al referendum in Italia sono stati 27 milioni gli italiani che hanno detto ‘no’ al ritorno del nucleare. I dati dell’Ispra confermano che, in caso d’incidente ad una centrale vicina ai nostri confini, il nostro Paese subirebbe danni devastanti”. Per questo, osserva il leader del Sole che ride, è “necessario che si affermi in Europa un principio di precauzione nei confronti degli impianti atomici”. Il rischio nucleare rappresenta “uno spread ambientale ed un’ipoteca sul futuro delle generazioni attuali e di quelle che verranno. E’ necessario che le istituzioni ambientali si confrontino anche con il debito ambientale e di sicurezza che il nucleare pone agli stati europei”.

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