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Il rischio ambientale: un’indagine a Livorno

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Il progetto si conclude proprio nel mese di maggio 2013 e l’obiettivo è capire quale sia il profilo di salute della popolazione e quale il livello di comprensione dei cittadini di fronte alla comunicazione di risultati epidemiologici e statistici.
Nel 2010 l’Istituto Toscano Tumori ha finanziato all’Unità Operativa di Biostatistica dell’ISPO (Istituto per lo studio e
la prevenzione oncologica) un progetto di ricerca biennale, che si conclude a maggio, dal titolo “EPIDEMIOLOGICAL AND STATISTICAL APPROACHES TO RISK COMMUNICATION IN AREAS AT HIGH ENVIRONMENTAL HAZARD”, guidato dalla dottoressa Michela Baccini. Due le fasi: l’analisi del profilo di salute della popolazione residente nell’area scelta come caso di studio, ovvero l’area dei comuni di Livorno-Collesalvetti; un’indagine campionaria sulla popolazione di Livorno, volta a capire quale sia il livello di comprensione dei cittadini di fronte alla comunicazione di risultati epidemiologici e statistici.
“Sta prendendo campo l’idea che l’informazione, l’ascolto e il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali in materia di ambiente e sviluppo siano centrali per una corretta comunicazione del rischio – spiegano i promotori dello studio – In Italia, le esperienze di comunicazione del rischio in aree ad alta criticità ambientale sono ancora poche ma virtuose. Questo progetto si pone all’interno di questo filone, con l’intento di esplorare la complessità della comunicazione del rischio con riferimento all’area di Livorno, definita ad alto rischio in accordo alla direttiva Seveso, in quanto caratterizzata dalla presenza di diversi grandi impianti petrolchimici che alimentano attività industriali, di trasporto e deposito responsabili dell’emissione di sostanze nocive nell’aria, nell’acqua e nel suolo”.
L’area di Livorno-Collesalvetti è uno dei 57 siti di bonifica di interesse nazionale (SIN) individuati a partire dalla Direttiva Seveso e successive modifiche. Sono presenti numerosi impianti industriali e in particolare petrolchimici che emettono inquinanti la cui pericolosità è nota in letteratura. Diversi studi epidemiologici si sono interessati all’area in questione, evidenziando un eccesso di mortalità per tutte le cause e per cause specifiche.
“Nell’ambito del progetto – proseguono i promotori – è stato esaminato lo stato di salute della popolazione residente nell’area di Livorno-Collesalvetti negli anni più recenti (dal 1996 ad oggi) e ne è stata valutata l’evoluzione temporale a partire dagli anni 70. Sono stati utilizzati i dati di mortalità ISTAT relativi al periodo 1971-2009 e i dati di ricovero ospedaliero dall’archivio regionale relativi al periodo 1996-2010. Il profilo di salute della popolazione residente nei comuni di Livorno e Collesalvetti è stato messo a confronto con quello dell’intera Toscana. I risultati di tale valutazione hanno confermato un eccesso di rischio sanitario rispetto alla media regionale. Considerando gli ultimi tre anni disponibili (2007-2009), mentre la mortalità complessiva per gli uomini nell’area di Livorno-Collesalvetti è pari al livello regionale, per le donne la mortalità è maggiore del 5%, al netto del contributo dei fattori socioeconomici. Se si restringe l’attenzione ai decessi per patologie tumorali, si stima un 4,8% di casi aggiuntivi rispetto alla media toscana per gli uomini e un 8,1% per le donne. Questo significa che 51 dei 1062 decessi per tumore negli uomini, osservati tra il 2007 e il 2009, sono imputabili alle condizioni specifiche di Livorno-Collesalvetti (escluse le specificità di tipo socio-economico). Lo stesso si dica per 69 degli 854 decessi per tumore registrati in quello stesso periodo tra le donne. In altre parole, la popolazione dell’area livornese subisce ogni anno un carico aggiuntivo di circa 17 morti per tumore tra gli uomini e 23 morti per tumore tra le donne, rispetto a quanto accade mediamente a livello regionale”.
“Per i maschi i tumori in gioco sono quello della pleura (16 morti risparmiabili nel triennio 2007-2010), il tumore del fegato (14 decessi risparmiabili), il melanoma (5 decessi risparmiabili), i linfomi non Hodgkin (1 decesso risparmiabile) e il tumore del sistema nervoso centrale (4 decessi risparmiabili). Per il sesso femminile emergono il tumore del colon (12 decessi risparmiabili), il tumore del polmone (22 morti risparmiabili), il tumore della pleura (3 morti risparmiabili), il tumore della mammella (14 morti risparmiabili), il tumore dell’ovaio (10 morti risparmiabili), il tumori del sistema nervoso centrale (5 morti risparmiabili) e i linfomi non Hodgkin (7 morti risparmiabili). I risultati relativi alla mortalità sono confermati dall’analisi effettuata sulle schede di dimissione ospedaliera per il periodo 2007-2010. A Livorno-Collesalvetti il numero di ricoveri per tumore aggiuntivi rispetto alla media regionale è di 340 su un totale di 6118 (5,6%) negli uomini, e di 139 su un totale di 5809 nelle donne (2,4%), entrambe le valutazioni essendo al netto del contributo dei fattori socioeconomici. Si confermano le patologie tumorali già evidenziate per la mortalità. Si trova inoltre un eccesso di ricoveri per tumore alla tiroide in entrambi i sessi.
Riguardo alle patologie non tumorali, tra gli uomini si è stimato un eccesso di 16 morti rispetto alla media regionale per infarto del miocardio e un eccesso di 33 morti per le malattie croniche dell’apparato respiratorio. Nelle donne si è trovato un eccesso di morti per malattie del sistema circolatorio nel loro insieme (92 decessi in più all’atteso) e in particolare per infarto del miocardio (59 decessi)”.
“Tra il 1971 e il 2009, la mortalità tra gli uomini nell’area ha mostrato la tendenza ad allinearsi alla media regionale, pur restandone leggermente al di sopra; questo declino è risultato meno evidente per la mortalità femminile. Andando invece più nello specifico delle differenti cause di morte, si riscontra che, per quanto riguarda le patologie tumorali, la mortalità a Livorno-Collesalvetti è rimasta costantemente sopra la media regionale per entrambi i sessi, con una certa tendenza all’aumento nell’ultimo decennio. Anche le analisi relative ai ricoveri ospedalieri confermano un eccesso stabile di ricoveri per patologie tumorali, pur se limitatamente al periodo 1996-2010 (non sono disponibili dati per gli anni precedenti al 1996). Eccessi di rischio persistenti nel tempo sono emersi anche per le malattie del sistema circolatorio, in particolare per infarto del miocardio, in entrambi i sessi e per le malattie dell’apparato digerente nelle donne”.
“L’indagine sulla comunicazione del rischio alla popolazione ha coinvolto circa 600 cittadini di Livorno: queste persone sono state o saranno contattate da un’intervistatrice per rispondere ad un breve questionario”.

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