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India: indigeni sfrattati si riprendono la loro terra

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Un gruppo di indigeni Jenu Kuruba che 40 anni fa erano stati sfrattati dal loro villaggio ancestrale nella Riserva della Tigre di Nagarhole, nell’India meridionale, hanno rioccupato quella che era un tempo la loro casa.

India: indigeni sfrattati si riprendono la loro terra

Un gruppo di indigeni Jenu Kuruba che 40 anni fa erano stati sfrattati dal loro villaggio ancestrale nella Riserva della Tigre di Nagarhole, nell’India meridionale, hanno rioccupato quella che era un tempo la loro casa.

Da Survival International, che da anni si occupa della tutela dei diritti dei popoli indigeni, arriva la notizia: sembra che sia la prima volta che, in India, degli indigeni rivendichino i loro diritti con questa modalità, ovvero ritornando in massa alle loro case dopo essere stati sfrattati da un’area protetta.

«All’operazione, pianificata da tempo, hanno preso parte oltre 50 famiglie Jenu kuruba, che hanno iniziato a costruire case utilizzando materiali e tecniche tradizionali. I funzionari del Dipartimento alle Foreste, con il sostegno della polizia, hanno cercato di dissuaderli, ma gli indigeni li hanno criticati per aver ritardato il riconoscimento dei loro diritti forestali e hanno poi proseguito. Poliziotti e guardie forestali hanno impedito ai giornalisti di accedere all’area» spiegano da Survival.

«Continuiamo a subire le ingiustizie storiche della negazione dei nostri diritti sulle nostre terre, sulle foreste e sull’accesso ai luoghi sacri» ha detto Shivu, un giovane leader Jenu Kuruba. «La conservazione della tigre è una iniziativa del Dipartimento alle foreste e di varie ONG per la fauna selvatica che mira ad appropriarsi delle terre indigene spostandoci con la forza per poi aprire quelle stesse terre al turismo e fare soldi. Oggi siamo tornati alle nostre terre e alle nostre foreste. Noi resteremo qui. I nostri spiriti sacri sono con noi».

«Quando è troppo è troppo. Non possiamo più restare separati dalle nostre terre» hanno scritto in una dichiarazione i Jenu Kuruba di Nagarhole. «Vogliamo che i nostri figli e i nostri giovani abbiano una vita come quella che vivevano i nostri antenati. Tigri, elefanti, pavoni, cinghiali, dingo sono le nostre divinità. Li veneriamo come spiriti ancestrali da generazioni. Questo tentativo deliberato di separarci dalle nostre terre, dalle nostre foreste e dai nostri luoghi sacri non sarà più tollerato. Ci opponiamo all’attuale modello di conservazione basato sulla falsa idea che foreste, fauna selvatica ed esseri umani non possano coesistere».

Da decenni la politica ufficiale dell’India, e di molti altri paesi nel mondo, è quella di sfrattare i popoli indigeni per trasformare le loro terre in aree protette: una pratica nota come “conservazione fortezza”.

Si stima che i Jenu Kuruba sfrattati illegalmente da Nagarhole siano stati circa 20.000. Altri 6.000 avevano opposto resistenza ed erano riusciti a restare nel parco.

«Il sistema di credenze dei Jenu Kuruba ruota attorno alla loro connessione con la foresta, con la sua fauna selvatica e con le loro divinità, comprese le tigri che lì vivono, ma le guardie forestali perseguitano, minacciano e persino sparano ai membri di questo popolo – spiega Survival –  I Jenu Kuruba sono esperti conoscitori dei loro ambienti. Raccolgono erbe medicinali, miele, frutta, verdure e tuberi, e la paglia e il bambù necessari per costruire le loro case. L’attenta gestione della foresta da parte dei Jenu Kuruba affonda le sue radici in una visione del mondo che ha anche garantito nel tempo la sopravvivenza della tigre. Infatti, a indurre il governo indiano a trasformare la terra dei Jenu Kuruba in una Riserva della Tigre fu proprio l’alto numero di tigri sane presenti nell’area – una delle popolazioni più numerose di tutto il Paese».

«La rioccupazione delle terre ancestrali da parte dei Jenu Kuruba è un atto di riappropriazione di grande ispirazione» ha dichiarato la direttrice generale di Survival International, Caroline Pearce. «Stanno rivendicando ciò che è loro sfidando industrie della conservazione e del turismo molto potenti, che si sono arricchite a loro spese. Se al governo indiano interessa davvero la conservazione della tigre, non solo deve permettere ai Jenu Kuruba di ritornare liberamente ma, anzi, deve incoraggiarli a farlo: la scienza dimostra chiaramente che le tigri che vivono accanto ai popoli indigeni che abitano le foreste, prosperano».

Foto: Survival International

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Terra Nuova Maggio 2025

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