Inquinamento a macchia d’olio
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Un’ulteriore buona notizia è che il riutilizzo dell’olio usato ha consentito un risparmio complessivo sulle importazioni del Paese di quasi 2,9 miliardi di euro. A fronte di queste buone performance non bisogna però abbassare la guardia, né tantomeno misconoscere i rischi quotidiani di smaltimenti illeciti degli oli, che possono avere un grave impatto sugli ecosistemi ed in particolare sulla fauna acquatica.
Secondo il monito del Consorzio obbligatorio degli oli usati il rischio è particolarmente elevato nel traffico marittimo. ”Se versati in acqua, quattro chili di olio usato possono inquinare una superficie grande come un campo di calcio. I lubrificanti usati, se eliminati in modo scorretto o impiegati in mondo improprio, possono trasformarsi in un potente agente inquinante che distrugge per asfissia flora e fauna marine”. Quel 5% di oli usati non raccolti per la rigenerazione, circa 8 mila tonnellate – ha detto il direttore del settore Comunicazione del Consorzio Antonio Mastrostefano – se disperso in acqua, può danneggiare uno specchio d’acqua ampio 4-5 volte la superficie del Lago di Garda. Questi rifiuti pericolosi provengono per lo più dal settore industriale, ma anche dall’utilizzo privato per autotrazione, nautica ed agricoltura, ambiti che sfuggono più facilmente ai controlli.