Le emissioni di Co2 in atmosfera nel 2011 fanno segnare un aumento del 3% rispetto all’anno precedente. La crescita di Paesi come la Cina fa la differenza. Compromesso l’obiettivo di contenere entro i due gradi le temperature medie fino al 2012
La crisi attanaglia i Paesi del vecchio continente, il Pil in molti paesi si contrae, ma le emissioni continuano a salire. Chi sperava che la battuta di arresto delle economie mondiali avesse come contropartita positiva l’abbassamento dei gas serra è rimasto deluso. E sono serviti a poco gli sforzi e i virtuosismi dei singoli stati.
Secondo il rapporto del Joint Research Center della Commissione Europea, le emissioni di CO2 nel mondo sono arrivate nel 2011 al record storico di 34 miliardi di tonnellate, con un aumento del 3% rispetto all’anno precedente. Lo ha certificato un rapporto secondo cui è soprattutto la Cina a spingere in alto i valori. Secondo le cifre riportate il paese del Dragone ha visto un balzo rispetto al 2010 del 9%, che ha portato le emissioni pro capite a 7,2 tonnellate l’anno, un livello paragonabile ai cittadini europei.
Nella bilancia globale la crescita cinese ha compensato le diminuzioni, dovute principalmente alla crisi economica, dei paesi occidentali. L’Unione Europea, forte anche di politiche di riduzione più stringenti, ha fatto registrare un calo del 3%, Usa e Giappone seguono con -2%. Ma lo stile di vita americano è decisamente insostenibile: negli Stati Uniti la produzione procapite di Co2 arriva 17,3 tonnellate, complice l’uso smodato di petrolio.
Il report elaborato dall’Ue dipinge un quadro a tinte fosche. Di questo passo difficilmente si riuscirà a mantenere l’aumento della temperatura media sotto i 2 gradi, che è il target minimo da raggiungere per evitare catastrofi climatiche. Tra il 2000 e il 2011 abbiamo già immesso in atmosfera 420 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, bruciando un terzo del proprio bonus a disposizione. Secondo i calcoli degli scienziati per raggiungere l’obiettivo minimo desiderabile tra il 2000 e il 2050 non bisognerebbe superare la quota di 1000-1500 miliardi di tonnellate.