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Le città più inquinate

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Le polveri sottili e il biossido di azoto i flagelli delle città europee. Le leggi non vengono rispettate, colpa soprattutto del traffico. Milano come una vasca da bagno chiusa. Ultima tra le grandi europee per aree verdi
L’inquinamento assedia le nostre città. Da Milano a Parigi, passando per Berlino, Madrid, Praga,Vienna e Dublino è guerra aperta nelle maggiori città europee sul fronte dell’emergenza smog. Perché nonostante piani e misure adottati per combattere l’inquinamento, killer silenziosi come particolato (Pm10), biossido di azoto (NO2) e ozono (O3), rimangono “i più problematici” per tutte, con livelli troppo spesso al di sopra dei limiti europei. 

La conferma arriva da uno studio frutto della collaborazione fra Agenzia europea dell’ambiente, Commissione europea e 12 città europee impegnate contro gli inquinanti, fra cuiMilano: Anversa (Belgio), Berlino (Germania), Dublino (Irlanda), Madrid (Spagna), Malmo (Svezia), Parigi (Francia), Ploiesti (Romania), Plovdiv (Bulgaria), Praga (Repubblica Ceca), Vienna (Austria) e Vilnius (Lituania).

”Dobbiamo colmare con urgenza il deficit di attuazione delle norme” sui limiti delle emissioni, ha commentato alla Green week di Bruxelles il commissario Ue all’ambiente,Janez Potocnik, spiegando che le esperienze emerse dallo studio “saranno prese in considerazione nella revisione della politica Ue sull’aria” in arrivo il prossimo autunno.

”Quando la legislazione sull’aria pulita non viene applicata rischiamo la salute umana e l’ambiente” afferma Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Aea. Nel bilancio generale, l’agglomerato di Milano è il più grande dello studio Ue e include tutto il territorio fino a Gallarate Busto, fino a Como e poi Merate verso Lecco. Le misure della città italiana “sono in linea con quelle delle maggiori città europee come Parigi o Berlino” spiega Guido Lanzani, responsabile qualità dell’aria dell’Arpa Lombardia. La ‘bestia nera’ numero uno per tutti è il traffico e Milano non fa eccezione. Il capoluogo lombardo brilla per il divieto di impiego delle stufe a legna più vecchie, misure per l’efficienza energetica degli edifici e risulta “tra le poche ad aver adottato misure per l’agricoltura, perché le emissioni di ammoniaca contribuiscono alla formazione del particolato” racconta Lanzani. Lo studio riconosce la situazione meteorologica “particolarmente critica” di Milano, con una localizzazione dove l’inquinamento sostanzialmente ristagna, anche per via della bassa velocità del vento: “è come una vasca da bagno chiusa” afferma l’esperto di Arpa Lombardia. Per il futuro, fra le richieste emerse dalle città per riuscire a rispettare i limiti europei c’e’ quella di rendere coerenti le politiche Ue sul clima con quelle dell’aria, visto che incentivare l’uso di biomasse come il legno produce inquinanti per la salute. Milano in particolare ha sollevato la necessità di un programma di intervento per la valle del Po per la qualità dell’aria, perché “le azioni a livello locale da sole non sono molto efficienti”. Fra le particolarità delle 12 città esaminate, Milano risulta quella con meno aree verdi, un quarto di residenti over 65 e la media piu’ bassa di persone per nucleo familiare in centro (1,09 persone, contro 2,35 nell’area urbana piu’ ampia).

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