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Maltempo e rischio idrogeologico

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Il 98% dei comuni di Toscana (280) e il 99% di quelli della Liguria (232), le due regioni più colpite dal maltempo del 10 e 11 novembre, sono a rischio idrogeologico. I dati sono contenuti nel rapporto ‘Ecosistema rischio’ redatto da Legambiente insieme alla Protezione Civile.
Il 98% dei comuni di Toscana (280) e il 99% di quelli della Liguria (232), le due regioni più colpite dal maltempo del 10 e 11 novembre, sono a rischio idrogeologico. I dati sono contenuti nel rapporto ‘Ecosistema rischio’ redatto da Legambiente insieme alla Protezione Civile, che disegna una mappa della pericolosità potenziale sul territorio italiano. In Liguria, in particolare, è a rischio il 100% del territorio in provincia di La Spezia. La Liguria ha poi delle vere e proprie aree ‘rosse’: e cioè quelle della fascia costiera in cui risiede il 90% della popolazione (ma pari al 5% del territorio), dove urbanizzazione e antropizzazione hanno contribuito “ad accrescere i pericoli” esponendo “cittadini e beni della comunità”. Nel 46% delle amministrazioni sono presenti interi quartieri in aree a rischio.  Per quanto riguarda la Toscana circa 680.000 abitanti, pari al 18% della popolazione complessiva della regione, sono quotidianamente esposti a pericolo di frane e alluvioni. E’ quanto sostiene la vicepresidente dell’ordine toscano dei geologi Maria Teresa Fagioli: “Il 98% dei Comuni toscani è a rischio idrogeologico: 280 sui 287 totali sono a rischio frane e alluvioni – spiega – e complessivamente, tra abitazioni, strutture industriali e strutture comunque sensibili si può stimare che nei 280 Comuni toscani classificati a rischio dal Ministero dell’Ambiente, ci siano oltre 680.000 persone quotidianamente esposte a pericolo, cifra che equivale al 18% della popolazione regionale. Secondo il rapporto di Legambiente, sono 6.633 i comuni italiani in pericolo per la fragilità del suolo del proprio territorio. Tradotto in cifre significa che 8 comuni su 10 sono a rischio dissesto idrogeologico. E se l’82% delle amministrazioni del nostro Paese hanno a che fare con questo problema, ci sono ben 5 regioni – evidenzia il dossier – in cui la minaccia riguarda il 100% del territorio: Calabria, Molise, Basilicata, Umbria, Valle d’Aosta, oltre alla provincia autonoma di Trento (Marche, Liguria al 99%; Lazio, Toscana al 98%). E comunque il resto d’Italia non scende al di sotto del 56% (nel Veneto). Secondo il rapporto “la situazione di forte pericolo” espone una popolazione stimata in “oltre 5 milioni di persone”.  Per Simone Andreotti, responsabile Protezione civile di Legambiente, è necessario “cominciare a mettere un freno alla cementificazione” mentre “sulle delocalizzazioni siamo fermi ancora al palo”. Di autunni “tragici” per l’arrivo delle cosiddette “bombe d’acqua” parla Rossella Muroni, direttrice di Legambiente. Fenomeni contro i quali bisogna opporre “una preparazione preventiva”.
Fonte: Ansa

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