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Amnesty: «Gaza, genocidio e occupazioni: è ora di dire basta»

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«Tutti gli Stati devono adottare provvedimenti per assicurare che Israele ponga fine al genocidio a Gaza, smantelli i suoi insediamenti nella Cisgiordania e ponga fine alla sua presenza illegale in tutto il Territorio palestinese occupato»: così Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International
Amnesty: «Gaza, genocidio e occupazioni: è ora di dire basta»

«Tutti gli Stati devono adottare provvedimenti concreti per assicurare che Israele ponga fine al genocidio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, smantelli i suoi insediamenti nella Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e ponga fine alla sua presenza illegale in tutto il Territorio palestinese occupato»: queste le parole di Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, dopo la decisione del gabinetto di sicurezza israeliano di approvare il piano del primo ministro Netanyahu di “assumere il controllo” di Gaza City, dove quasi un milione di persone palestinesi sta cercando di sopravvivere in condizioni inumane.

«È profondamente oltraggioso e sconcertante che il gabinetto israeliano abbia approvato il piano per aumentare la presenza militare sul terreno nella Striscia di Gaza occupata e assumere completamente il controllo di Gaza City. Niente potrà mai giustificare le ulteriori atrocità di massa che una estesa operazione militare nella città comporterà» scrive la Callamard.

«Il piano, se attuato, causerà livelli incredibili di sofferenza alle persone palestinesi della Striscia di Gaza che stanno facendo la fame nel genocidio in corso. Il piano violerà anche il diritto internazionale e aggirerà il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia, secondo la quale la continua presenza di Israele nel Territorio palestinese occupato è illegale e deve cessare».

«Espandere le operazioni di terra all’interno di Gaza City avrà conseguenze catastrofiche e irreversibili» dice ancora la segretaria di Amnesty, che aggiunge: «La comunità Internazionale non può stare a guardare tra vuote banalità e condanne che costituirebbero un’ulteriore cortina fumogena per permettere agli orrori del genocidio israeliano di proseguire. Gli Stati devono urgentemente sospendere tutti i trasferimenti di armi, adottare sanzioni mirate e porre fine a ogni rapporto con entità israeliane che possa contribuire al genocidio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza».

«Decenni d’impunità di cui ha beneficiato l’apartheid israeliano contro tutte le persone palestinesi sotto il suo controllo sono stati un terreno fertile per lo sviluppo del genocidio e ciò deve finire. Amnesty International si unisce alle persone che, a milioni, stanno scendendo in strada da 22 mesi per chiedere ai loro governi di agire: il momento è ora. È in gioco la nostra umanità».

Anche la Rete Italiana Pace e Disarmo interviene sulla risoluzione approvata dal Parlamento israeliano per l’annessione della Cisgiordania e sul piano di occupazione della Striscia di Gaza.

«Non si parla più di liberazione degli ostaggi, né dell’eliminazione di Hamas. L’obiettivo dichiarato sembra essere la definitiva cancellazione della questione palestinese, attraverso la realizzazione del progetto del “Grande Israele”, dal Giordano al Mediterraneo, con la forza e a ogni costo. Un obiettivo che si vuole conseguire anche con il ricorso alla fame e alla sete come strumenti di guerra» scrive la Rete. «Questa deriva autoritaria e violenta va fermata».

E ancora: «L’Italia e l’Europa non possono essere complici di questo disegno. Ci sono obblighi precisi che discendono dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio a cui il nostro Paese e la Ue devono attenersi affinché l’intento genocidario si arresti e non arrivi alla cancellazione/espulsione dei palestinesi dalla propria terra».

La Rete chiede al Parlamento e al Governo italiano di:

  • assumere una posizione di ferma condanna verso i crimini contro l’umanità commessi dal governo israeliano;
  • pretendere l’apertura di tutti i valichi, la fine del blocco degli aiuti e il ritorno, per la loro distribuzione da parte delle agenzie dell’Onu e delle Ong;
  • sospendere ogni invio di armamenti verso Israele e ogni forma di cooperazione militare con il governo israeliano;
  • sostenere la sospensione dell’Accordo di Associazione UE-Israele fino a quando non sarà raggiunto un cessate il fuoco a Gaza, cesseranno le violazioni dei diritti umani e terminerà l’occupazione dei territori palestinesi, garantendo al contempo assistenza umanitaria e sicurezza alla popolazione civile;
  • assumere iniziative di protezione e di sostegno dei giudici della Corte Penale Internazionale e della Relatrice Onu sui Diritti Umani nei territori palestinesi occupati, colpiti dalle sanzioni illegali dell’Amministrazione USA.

Il sollecito è anche «ad assumere con determinazione l’iniziativa, in sede europea e internazionale, per la convocazione di una conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di costruire una pace giusta e duratura: unica strada possibile per isolare la violenza e fondare convivenza e sicurezza condivisa in tutto il Medio Oriente».

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