Anche Coop Alleanza 3.0 elimina i prodotti israeliani
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Gli attivisti dell’iniziativa “Soci/e Coop per la Palestina” accolgono «con soddisfazione la decisione di Coop Alleanza 3.0 di ritirare i prodotti israeliani dai suoi scaffali, in coerenza con il proprio Codice Etico e il rispetto dei diritti umani».
Gli attivisti dell’iniziativa “Soci/e Coop per la Palestina” accolgono «con soddisfazione la decisione di Coop Alleanza 3.0 di ritirare i prodotti israeliani dai suoi scaffali, in coerenza con il proprio Codice Etico e il rispetto dei diritti umani». Lo fanno sapere proprio gli attivisti, che aggiungono: «Tale scelta risponde alle gravi violazioni compiute da Israele a Gaza, documentate da organizzazioni internazionali. Ringraziamo i soci e le socie che hanno firmato la lettera online alla presidenza Coop e la petizione alla Grande Distribuzione su Change.org e che hanno contribuito a questo risultato con il loro intervento nelle assemblee Coop. Invitiamo ora tutta la Grande Distribuzione a seguire lo stesso esempio».
A esprimere soddisfazione è anche la Rete Interregionale “No ai prodotti israeliani nei nostri supermercati”. La decisione di Coop Alleanza 3.0 segue quella di Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno.
«La spesa etica non può essere compito solo dei consumatori, che sono liberi di boicottare, ma anche responsabilità dell’impresa, che deve garantire il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale nella scelta dei fornitori dei prodotti che mette in vendita sui propri scaffali – spiegano gli attivisti in una nota – Accogliamo quindi con favore la scelta di ritirare non solo i prodotti alimentari ma anche quelli di Sodastream, multinazionale israeliana più volte segnalata dalle organizzazioni umanitarie per violazioni dei diritti umani».
«Le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele sono oggi evidenti: la distruzione completa delle condizioni di vita del popolo di Gaza, gli attacchi mirati a ospedali, scuole, infrastrutture vitali, l’uccisione mirata di bambini/e, giornalisti/e, personale sanitario e di soccorso. E assistiamo al blocco degli aiuti umanitari che mira ad affamare la popolazione intera di Gaza. Ogni giorno sono uccise decine di persone affamate, mentre vanno a cercare per sé e le proprie famiglie quel poco cibo che viene distribuito in punti lontanissimi dalle loro tende – proseguono gli attivisti – Respingiamo anche ogni accusa di seminare odio e diffondere antisemitismo: un’accusa assolutamente priva di fondamento sia per quanto riguarda Coop Alleanza 3.0 che nei confronti dell’iniziativa “Soci/e Coop per la Palestina”. In questo momento così drammatico per il popolo di Gaza e di fronte a fatti così atroci, prendere posizione e rifiutare ogni forma di complicità è un dovere etico fondamentale, come cittadine e cittadini, come istituzioni, come imprese. Come esseri umani a prescindere da ogni appartenenza. Invitiamo ora consumatori e consumatrici a esigere da tutta la Grande Distribuzione una presa di posizione chiara e rispettosa dei diritti umani e dei diritti dei popoli».