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Ferroni (WWF): «La transizione agroecologica deve partire dalla zootecnia»

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Franco Ferroni, responsabile agricoltura e biodiversità del WWF Italia, sottolinea come non sia più sostenibile l'attuale sistema degli allevamenti intensivi, che deve essere al più presto superato.
Ferroni (WWF): «La transizione agroecologica deve partire dalla zootecnia»

Franco Ferroni, responsabile agricoltura e biodiversità del WWF Italia, sottolinea come non sia più sostenibile l’attuale sistema degli allevamenti intensivi, che deve essere al più presto superato.

Il suo intervento è stato pubblicato sul numero di ottobre della rivista Terra Nuova e lo condividiamo con chi ci segue sul web.

«In Italia la spesa delle famiglie italiane per l’insieme dei prodotti di origine animale (latte, carne e uova) ha un valore di 150 miliardi di euro.

La parte agricola dedicata all’alimentazione animale rappresenta il 37% dell’intera agricoltura nazionale, per un valore di oltre 23 miliardi di euro, mentre la produzione alimentare legata alla zootecnia rappresenta il 39% del totale, con il 18% destinata all’export (dati Nomisma 2024).

Nonostante questo grande giro di affari il nostro sistema zootecnico è soggetto a cicliche crisi, non essendo in grado di autosostenersi dal punto di vista economico, essendo bisognoso di continui e ingenti aiuti pubblici, europei e nazionali. L’attuale sistema zootecnico richiede inoltre una grande quantità di risorse naturali e produce grandi quantità di sostanze inquinanti: metano, ammoniaca e protossido di azoto, con seri problemi per la qualità dell’aria, del suolo e delle acque.

È necessario quindi cambiare modello, superando i grandi «allevamenti intensivi senza terra» e favorendo le piccole aziende agroecologiche. È questo l’obiettivo di una proposta di legge, promossa da Greenpeace Italia, Isde, Lipu, Terra! e Wwf, già depositata in Parlamento, per ripensare il sistema produttivo garantendo margini di guadagno più equi per i produttori e sostegno ai prezzi che permettano a tutta la popolazione di accedere a cibi sani e di qualità. Ma una simile transizione agroecologica della zootecnia non potrà mai realizzarsi senza una riduzione dei volumi di produzione e di consumo, con una responsabilità condivisa tra allevatori e consumatori».

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