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Addio a Bill Mollison, il padre della permacultura

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Ci ha lasciati Bill Mollison, scienziato e naturalista australiano, fondatore della permacultura. Lo ricordiamo con alcune delle sue parole più intense. Per prenderci cura della nostra terra e della nostra vita
Se ne è andato all’età di 88 anni, Bill Mollison, il padre e fondatore del movimento globale della permacultura. “È caduto un grande albero nella foresta dell’umanità” è il commento con cui ha dato la notizia il Permaculture Rearch Institute fondato dallo stesso Mollison.
Ci piace salutarlo recuperando alcuni passi del testo da noi pubblicato  Introduzione alla Permacultura, il libro che ha fatto conoscere in tutto il mondo questa materia complessa, capace di coniugare saperi di discipline diverse (agricoltura naturale, bioarchitettura, climatologia, economia, botanica, selvicoltura, ecologia) per progettare in armonia con la natura.
Ricordiamo in particolare il concetto della cooperazione, contrapposto a quello della competizione, divenuto sempre più presente nel nostro mondo. Una concezione quella della cooperazione tratta dall’osservazione della natura, e che per Mollison è sempre rimasta come la chiave del cambiamento. Ricordiamo inoltre la portata etica e politica della permacultura, che va ben al di là della progettazione del paesaggio e dell’agricoltura. Come scriveva Mollison “la capacità di provvedere al proprio sostentamento alimentare non significa nulla se la gente non ha accesso alla terra, alle informazioni e alle risorse finanziarie. Per questo la permacultura si occupa anche di strategie legali e finanziarie appropriate, incluse quelle per facilitare l’accesso alla terra e la creazione di strutture economiche e di autofinanziamento locale”.
Il messaggio di Mollison era improntato a un ragionamento etico profondo, ben rappresentato dal manifesto etico etica della Permacultura che fa da introduzione al libro da noi pubblicato.
Riportiamo il passo del libro INTRODUZIONE ALLA PERMACULTURA come una sorta di lascito da diffondere e custodire nelle nostre coscienze.
I modi in cui possiamo adempiere i principi etici di cura della terra nella nostra vita sono i seguenti:
• considerare le conseguenze a lungo termine delle nostre azioni e pianificare in direzione della sostenibilità; 

 • dove possibile, utilizzare specie locali o quelle adattate note per essere benefiche, poiché l’introduzione sconsiderata di specie potenzialmente infestanti potrebbe disturbare gli equilibri naturali; 

 • coltivare la minore estensione di terreno possibile, pianificare sistemi a piccola scala, intensivi ed efficienti dal punto di vista energetico, piuttosto che sistemi su larga scala, estensivi e dispendiosi; 

 • produzioni diversificate e policolturali (in opposizione alla monocoltura) assicurano maggiore stabilità al sistema e sono in grado di fornire risposte più rapide ai cambiamenti di tipo ambientale o sociale; 

 • incrementare la produttività complessiva del sistema, considerando le rese fornite da piante annuali, colture perenni, pascoli, alberi e animali, e quantificando come resa anche l’energia risparmiata; 

 • utilizzare sistemi ambientali (solari, eolici e idrici) e biologici (piante e animali) a basso consumo energetico, per conservare e generare energia; 

 • reintrodurre la coltivazione di specie alimenta- ri nelle città, come si è sempre fatto nelle società sostenibili; 

 • aiutare le persone a diventare autosufficienti promuovendo la responsabilità sociale; 

 • rimboschire e restaurare la fertilità dei terreni; 

 • usare ogni cosa al massimo livello possibile riciclando tutti gli scarti; 

 • vedere le soluzioni, non i problemi; 

 • impegnarsi laddove ha senso farlo (piantare un albero dove potrà sopravvivere; assistere le persone che vogliono imparare). 

 

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