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Latte in polvere per i formaggi: stiamo in guardia

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Dopo la mobilitazione promossa da Coldiretti, la Commissione europea ha concesso una proroga sulla richiesta all’Italia di porre fine al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari previsto dalla legge nazionale. Ma stiamo in guardia, perchè a fine settembre saremo daccapo.
Con una nota inviata nei giorni scorsi dal segretariato generale della Commissione Europea alla Rappresentanza Permanente dell’Italia presso la UE, «è stata accordata una proroga fino al 29 settembre 2015 del termine di risposta alla lettera di diffida sull’infrazione numero 4170 con la quale si vuole imporre all’Italia di produrre formaggi senza latte ottenuti con la polvere». «Si tratta di un segnale di attenzione importante che prende atto del grande consenso generale raccolto dalla nostra manifestazione in Italia che ci auguriamo si traduca in decisioni definitive nell’ambito del negoziato che si apre ora con le Autorità italiane», ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che «il pressing continua a sostegno del negoziato con la petizione lanciata dalla Coldiretti a sostegno della legge n .138 dell’ 11 aprile del 1974 che ha garantito da oltre 40 anni il primato della produzione lattiero casearia italiana che riscuote un apprezzamento crescente in tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate in quantità del 9,3 per cento nel primo trimestre del 2015». «A rischio c’è un settore che – sottolinea la Coldiretti – rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano con un valore di 28 miliardi di euro con quasi 180 mila gli occupati nell’intera filiera, 35mila stalle ma che svolge anche un ruolo insostituibile di presidio del territorio, nel quale la manutenzione è assicurata proprio dal lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali al pascolo. Il via libera alla polvere di latte – precisa la Coldiretti – mette a rischio 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni, ma omologa e abbassa anche la qualità del Made in Italy e fa aumentare il rischio frodi. La petizione lanciata dalla Coldiretti chiede l’impegno del Governo e del Parlamento per garantire la norma vigente sul divieto di detenzione e utilizzo della polvere di latte, al fine di tutelare i cittadini, garantendone la massima consapevolezza e di difendere la distintività e l’eccellenza del vero made in Italy agroalimentare di cui il settore lattiero-caseario rappresenta una componente strategica in termini economici e di reputazione dell’Italia nel mondo».
Intanto Slow Food ha lanciato una petizione per fermare «l’uso del latte in polvere nella produzione dei formaggi. La raccolta di firme a sostegno della legge italiana del 1974 che vieta l’uso di latte in polvere per yogurt, caciotte, robiole e mozzarelle, avviene attraverso Change.org.  L’intento della petizione promossa dall’associazione è di «mobilitare l’opinione pubblica, consumatori e pastori, contadini e casari, artigiani e chef, sull’ultimo attacco della burocrazia europea alla produzione agroalimentare di qualità italiana. Abbiamo tempo fino alla fine di luglio – prosegue Slow Food – per sostenere il ministro Martina che ha già affermato di volere difendere la legge italiana e, con essa, centinaia di piccole produzioni ed il patrimonio di latti, mestieri, tecniche, tradizioni e comunità che custodiscono«.  »I prodotti lattiero-caseario con il latte in polvere – sottolinea Slow Food – sono l’ultimo tentativo di livellare verso il basso la qualità dei cibi, a favore delle grandi aziende interessate più al profitto che non alla biodiversità». 

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