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Clima: la febbre sale, facciamo qualcosa!

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La temperatura media del pianeta è destinata a salire tra i 3 e i 5 gradi entro il secolo con conseguenze inimmaginabili. Si può fare molto nell'efficienza energetica, ma anche nell'agricoltura e nei trasporti
Gli scienziati ci lanciano un nuovo allarme climatico: senza interventi rapidi anti-CO2, gli impegni attuali di riduzione delle emissioni di gas serra dei governi porteranno ad un riscaldamento del Pianeta fra i 3 e i 5 gradi centigradi entro questo secolo. Così l’ultimo rapporto Unep, il Programma Onu per l’ambiente, ha suonato un nuovo campanello di allarme ai governi che si riuniscono al summit Onu sul clima di Doha, dal 26 novembre al 7 dicembre. Nel giro di otto anni le emissioni di gas serra come la CO2 raggiungeranno quota 58 miliardi di tonnellate, creando un gap di 14 miliardi di tonnellate in più rispetto al livello necessario per limitare il riscaldamento a a 2 gradi, considerata dagli scienziati la soglia critica sul fronte dei cambiamenti climatici per il Pianeta. Per questo l’Unep propone la ricetta per accelerare lo sviluppo di un’economia verde, soprattutto da settori come edilizia, produzione di energia e trasporti, che da soli potrebbero colmare il divario fra impegni e target necessari. “
”Questo rapporto – afferma Christiana Figueres, segretario esecutivo della Convenzione Onu sul clima (Unfccc) – è un promemoria sul fatto che il tempo sta scadendo, ma che le misure tecniche e le politiche per consentire al mondo di rimanere al di sotto dei 2 gradi sono ancora a disposizione di governi e società “. Il rapporto fa la lista della spesa delle politiche possibili da attuare, dall’efficienza energetica degli edifici e dei processi produttivi ai trasporti sostenibili, fino allo stop alla deforestazione, che già da solo implica una forte riduzione delle emissioni di gas serra. Le aree protette in Costarica ora rappresentano un quinto del suo territorio, con una riduzione delle emissioni di gas serra e un aumento dei turisti dai 390mila del 1988 ai 2,5 milioni del 2008, portando il peso del settore turismo a circa il 15% del Pil del Paese.
Secondo l’Unep, una migliore efficienza energetica dell’industria può comportare un taglio fra 1,5 e 4,6 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente. L’agricoltura può ridurre fra 1,1 e 4,3 miliardi di tonnellate di CO2, il settore dell’energia fra i 2,2 e i 3,9 miliardi di tonnellate, gli edifici fra 1,4 e 2,9 miliardi di tonnellate, i trasporti (inclusi trasporti aerei e marittimi) fra 1,7 e 2,5 miliardi di tonnellate e il comparto rifiuti circa 0,8 miliardi di tonnellate.
Fonte: Ansa Ambiente

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