Ecco la mappa degli allevamenti intensivi in Europa
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Nuovi dati raccolti e analizzati dal collettivo internazionale di giornalisti AGtivist hanno permesso di mappare gli allevamenti industriali in Europa, in particolare le cosiddette “mega farms”, enormi stabilimenti con una concentrazione particolarmente elevata di animali.
Nuovi dati raccolti e analizzati dal collettivo internazionale di giornalisti AGtivist hanno permesso di mappare gli allevamenti industriali in Europa, in particolare le cosiddette “mega farms”, enormi stabilimenti con una concentrazione particolarmente elevata di animali.
«I dati mostrano che in UE ci sono 10.862 allevamenti di avicoli con almeno 40.000 animali ciascuno (i numeri si riferiscono sia ai polli da carne sia alle galline ovaiole) e 8.854 allevamenti di suini con almeno 2.000 capi ciascuno (di cui 2.547 stabilimenti da riproduzione con scrofe spesso confinate in gabbia) – spiega l’organizzazione Essere Animali – Dall’analisi emerge che negli ultimi dieci anni sono stati costruiti 2.746 nuovi allevamenti industriali di grandi dimensioni in UE, con il più alto tasso di crescita in Spagna, dove nell’ultimo decennio sono stati avviati progetti per 1.385 nuovi stabilimenti intensivi. Negli ultimi dieci anni sono stati concessi 5.314 permessi per questi maxi allevamenti».
«Mentre questi allevamenti industriali dilagano nell’UE, quelli di piccole e medie dimensioni stanno rapidamente scomparendo – prosegue l’associazione – Tra il 2005 e il 2020, l’UE ha perso 5,3 milioni di allevamenti, per lo più di piccole dimensioni, il 44% in 15 anni. La superficie agricola totale è rimasta pressoché invariata, mostrando dunque un processo di concentrazione in grandi strutture, con il conseguente impatto ambientale, di deiezioni, odori e gestione del suolo che tutto questo comporta, oltre all’impatto sugli animali. Nello stesso periodo, il numero di maxi-allevamenti è infatti cresciuto del 56%, con l’8% delle aziende più produttive che ingloba il 63% degli animali allevati nell’UE. Le disparità di reddito tra piccoli allevamenti e quelli industriali sono aumentate fino a sessanta volte».
Le statistiche chiave dell’analisi mostrano che:
- L’Italia è tra i primi cinque paesi per gli allevamenti intensivi di suini e di polli combinati (2.146 in tutto) ed è sempre tra i primi cinque paesi anche per maxi allevamenti di suini e di polli singolarmente.
- La Francia ha il maggior numero di allevamenti intensivi di polli (2.342 allevamenti).
- La Spagna ha il maggior numero di allevamenti intensivi di suini (2.580 allevamenti di suini da ingrasso e 821 allevamenti di suini da riproduzione). È anche il paese dove, nel corso dell’ultimo decennio, è sorto il maggior numero di nuovi allevamenti.
Le indagini di AGtivist in Italia, supportate da Essere Animali, hanno messo a nudo le condizioni reali degli animali: «in un allevamento di Bergamo, i polli vivono nei loro stessi escrementi e non riescono a reggersi sulle zampe a causa della crescita innaturale dovuta alla selezione genetica. A Brescia, gli investigatori hanno visto galline stipate le une sulle altre in spazi ristretti, all’interno di un allevamento in cui le carcasse degli animali venivano lasciate in decomposizione per settimane» spiega ancora l’associazione.
Animal Law Italia, Animal Equality, CIWF Italia, Essere Animali e LAV – membri attivi di Eurogroup for Animals, che rappresenta più di cento organizzazioni per la tutela degli animali in UE – chiedono «l’eliminazione graduale di tutte le gabbie per tutte le specie, l’introduzione di requisiti minimi di spazio, il divieto delle razze a rapido accrescimento, una drastica riduzione della densità di allevamento e l’obbligo legale di fornire arricchimenti ambientali e accesso alle aree esterne. Questi miglioramenti per gli animali dovrebbero essere introdotti nel contesto della revisione delle norme europee per il benessere degli animali negli allevamenti, una normativa risalente a 20 anni fa».
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