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Gange in agonia: troppo inquinato

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La Corte suprema indiana ha chiesto al governo di mettere a punto un progetto «concreto» per la bonifica del Gange invece di presentare un piano generale «che richiederà 200 anni per essere attuato». Il fiume sacro in agonia.
La Corte suprema indiana ha chiesto al governo di mettere a punto un progetto «concreto» per la bonifica del Gange invece di presentare un piano generale «che richiederà 200 anni per essere attuato». «Non mostrateci un libro dei sogni – ha detto il giudice T.S.Thakur – ma una roadmap con un calendario e scadenze precise».   Il magistrato si riferiva a una memoria di 29 pagine presentata durante la seduta dal governo di New Delhi in cui delineava le azioni intraprese fin dal lontano 1985 per risanare i 2.500 chilometri del fiume sacro per milioni di induisti, ma che è anche uno dei più inquinati al mondo.  «Non vogliamo i dettagli burocratici – ha aggiunto – ma vogliamo capire dal punto di vista dell’uomo della strada come sarà eseguito il piano di bonifica e cosa sarà fatto nei cinque anni di questo governo».  Il premier della destra Narendra Modi, salito al potere a maggio con una larga maggioranza, ha posto il risanamento del Gange tra le priorità del suo governo. Dopo la vittoria elettorale, in un gesto altamente simbolico, era andato a Benares, la città sacra delle cremazioni, per «ringraziare» la dea Ganga, come è chiamata dai fedeli indù, del suo successo.  Il progetto di risanamento è tra le opere inserite nella legge di Bilancio 2014-2015. A finanziarlo saranno anche Banca Mondiale con un contributo di un miliardo di dollari e il Giappone, che durante la recente visita di Modi a Tokyo, ha promesso di dedicare al recupero ambientale del fiume una parte dei 34 miliardi di dollari di investimenti in infrastrutture previsti in India nei prossimi cinque anni.  L’inquinamento è causato dagli scarichi industriali, in particolare nell’area di Kanpur (in Uttar Pradesh) dove si conciano le pelli e dalle attività religiose, come l’immersione delle divinità nelle feste religiose.   Secondo uno studio scientifico pubblicato nel 2012, le acque del Gange contengono una quantità elevata di metalli pesanti e sostanze cancerogene che costituiscono un serio pericolo per la salute di milioni di indiani che vivono nel suo bacino. 

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