La siccità in Africa dovuta al nostro inquinamento
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C’è una relazione tra la peggiore siccità del ventesimo secolo in Africa, che ha flagellato l’intero continente mietendo migliaia di morti, e i gas inquinanti emessi per decenni dalle fabbriche dei Paesi industrializzati. Lo ha dimostrato uno studio dell’università di Washington pubblicato da Geophysical Research Letters. Fra il 1968 e il 1973 e poi ancora dopo il 1984, in Etiopia la siccità ha mietuto centinaia di migliaia di vittime, mentre negli anni Ottanta la più grave emergenza idrica del secolo ha investito tutta l’Africa australe e il Mozambico in particolare.
La siccità e le fabbriche
I ricercatori hanno analizzato l’andamento delle piogge in tutto il pianeta dal 1930 agli anni ’90, concentrandosi sulla ‘zona di convergenza intertropicale’, una fascia di piogge tropicali vicino all’equatore. Fino agli anni ’50, spiegano gli autori, la fascia ha avuto spostamenti oscillanti, mentre dagli anni ’60 in poi si è spinta a sud, lasciando l’area subito al di sotto del Sahara (insieme a parte del sud America e del sud Asia) senz’acqua.
26 modelli climatici applicati al fenomeno confermano che a provocare lo spostamento sono state le migliaia di tonnellate di gas inquinanti emessi nei decenni precedenti dalle industrie nell’emisfero occidentale. Il particolato e i solfati emessi dalla combustione del carbone hanno raffreddato l’intero emisfero, spingendo più a sud la fascia intertropicale. Da quando sono state introdotte legislazioni più severe sull’inquinamento, secondo lo studio, la fascia sta tornando nella posizione originale.
La siccità causa rifugiati ambientali, povertà
Ingenti flussi migratori sono dovuti, oltre che alle lotte politiche endemiche, alle siccità che colpiscono a più riprese diversi Paesi africani. L’Africa è il continente che presenta il maggior numero di rifugiati, quasi 3 milioni di persone. Il Paese che recentemente ha provocato il maggior esodo è stata l’Etiopia (Eritrei verso il Sudan, Somali verso la Somalia e Gibuti). Altre masse hanno lasciato il Ciad, l’Uganda, il Burundi (lì, per sfuggire ai massacri etnici).
I valori più elevati di mortalità si segnalano ovviamente in paesi recentemente afflitti da rivoluzioni, guerre, siccità, come l’Angola, l’Etiopia, la Somalia, il Ciad.
Con tutte queste difficoltà (ambientali, ma anche politiche) di realizzare progetti irrigui, sia l’agricoltura che il settore zootecnico subiscono di continuo gravi perdite a causa della siccità nelle regioni aride subsahariane, del Corno d’Africa e nell’Africa australe. Gli equilibri della Terra sono inconoscibili. Dobbiamo stare sempre più attenti a tutto ciò che facciamo.

