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Manifestazione globale contro il carbone

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Milioni di persone si sono riversate nelle principali città per dire no al carbone, e dare il via ad una rivoluzione energetica, fatta di fonti rinnovabili ed efficienza.
Attivisti e ambientalisti di tutto il mondo sono scesi in piazza contro il carbone. Da Istanbul (Turchia) a Melbourne (Australia), da Leipzig (Germania) a Mindanao (Filippine), in 60 citta’ di dodici Paesi diversi, sabato scorso si è tenuta la prima manifestazione globale ‘End the age of coal’ per dire stop all’era del carbone e dare inizio a una rivoluzione energetica fatta di fonti rinnovabili ed efficienza. In Italia si è manifestato a Bari, Brindisi, Civitavecchia, La Spezia, Padova e Palermo per consegnare al passato una fonte energetica il cui utilizzo è il primo fattore di alterazione del clima, ricorda Greenpeace.
Da poco più di una settimana, a Istanbul, oltre 500 attivisti provenienti da tutto il mondo stanno lavorando per dare vita a una campagna globale contro il carbone. Il ‘Global Power Shift’, questo il titolo del meeting, e’ stato promosso da 350.org con la collaborazione di 45 associazioni tra cui Greenpeace. Ieri in Turchia e’ partita una protesta con oltre 3.000 persone, tra cui il direttore di Greenpeace International Kumi Naidoo.
Secondo Andrea Boraschi,  responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia “l’opposizione al carbone, la fonte energetica piu’ dannosa per il clima e la salute umana, e’ ormai un dato globale” afferma A,. ”Dalla Turchia, un Paese minacciato da una forte espansione del carbone, sta partendo un’onda di protesta che non si fermera”’.
Un recente studio realizzato dall’Università di Stoccarda per Greenpeace segnala come in Europa gli impatti sanitari del carbone equivalgono a circa 22.300 morti premature l’anno: ovvero, piu’ di due morti premature ogni ora. Le circa 300 centrali a carbone funzionanti nel continente producono un quarto dell’energia elettrica consumata nell’Unione ma emettono il 70% degli ossidi di zolfo e piu’ del 40% degli ossidi di azoto provenienti dal settore elettrico. Queste centrali producono quasi un quarto del totale delle emissioni europee di CO2. La stessa ricerca dell’Università di Stoccarda evidenzia come l’impatto della produzione italiana di elettricita’ col carbone e’ causa di circa 500 casi di morte prematura l’anno in Italia.
In Italia Greenpeace è impegnata in una campagna contro l’Enel, responsabile di circa tre quarti della produzione nazionale di elettricità col carbone, a cui chiede di dimezzare la sua produzione a carbone entro il 2020 e di azzerarla al 2030; di rinunciare ai progetti di nuove centrali a carbone e di sostituire la sua produzione a carbone con fonti pulite e rinnovabili. Fonte: Ansa.

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