Il pm di Torino Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo per frode in commercio e ha affidato ai carabinieri del NAS l’identificazione delle aziende truffaldine. La legge prevede già multe salate per i commercianti…
Attenti ai sacchetti fuorilegge. In Italia circolano troppi sacchetti sponsorizzati come biodegradali ma che in realtà non lo sono affatto: su questo sta indagando il pm di Torino Raffaele Guariniello, noto per diverse battaglie in difesa dei consumatori e della salute. Dopo la denuncia di Assobioplastiche (l’Associazione Italiana delle Bioplastiche e dei Materiali Biodegradabili e Compostabili) sulla presenza sul mercato di sacchetti commercializzati come “biodegradabili” ma non conformi alla legge, il pubblico ministero ha aperto un fascicolo per frode in commercio e ha affidato ai carabinieri del NAS l’identificazione delle aziende che producono e distribuiscono prodotti non conformi.
Da una prima verifica è già emerso che parte dei sacchetti in circolazione come biodegradabili non rispettano i requisiti previsti dalle legge: secondo quanto denunciato da Assobioplastiche sarebbero addirittura più del 60 per cento delle buste in circolazione in Italia. Una prima verifica ha già evidenziato chemolti sacchetti sono ancora di plastica tradizionale, altri sono biodegradabili ma non rispettano i parametri di legge, altri invece sono di finta plastica ecologica perché si sfaldano subito ma rimangono inquinanti, come spiega il quotidiano La Repubblica, per il quale secondo quanto rilevato da Assobioplastiche “a essere fuorilegge sono soprattutto i sacchetti dati ai clienti dai negozianti o dai piccoli market, solo in pochi casi sporadici quelli usati dalla grande distribuzione”.
Attenzione ai furbi o ai negligenti: con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione (n. 116/2014) del Decreto Legge Competitività (n. 91/2014), è stato imposto il divieto di commercializzazione degli shopper monouso non biodegradabili e compostabili. La sanzione per chi commercializza prodotti non conformi, o per chi li cede al pubblico a titolo gratuito, va da 2500 a 25 mila euro, aumentata fino a 100 mila euro se la violazione riguarda quantità ingenti di sacchetti (oppure un valore della merce superiore al 20 per cento del fatturato del trasgressore).