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Un Altro Mondo per i Diritti della Pachamama

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Dopo il successo del film documentario “Un altro mondo” di Thomas Torelli, proiettato in centinaia di sale, vincitore del premio Clorofilla Film Festival di Legambiente come Miglior Documentario del 2014 e di numerosi altri festival, partirà, con sette tappe previste tra Italia e Svizzera, il tour “Un Altro Mondo per i Diritti della Pachamama”, che vede la collaborazione dello stesso regista con Alberto Ruz Buenfil, Alessandra Comneno e Antonio Giacchetti.
Il ciclo di incontri ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui Diritti della Natura e sulla nostra stessa sopravvivenza e propone una visione del mondo consapevole e responsabile.
In Italia gli incontri di Un Altro Mondo per i Diritti della Pachamamasi terranno a Cerveteri (Roma) il 24 e il 25 luglio, a Cisternino (Brindisi) il 26 e il 27 luglio, ad Arcugnano (Vicenza) il 31 luglio. Si spostano invece in Svizzera nel mese di agosto con due date: il 6 a Locarno e il 7 a Lugano. L’argomento centrale dei dibattiti sarà la creazione di una Carta per rispetto della Madre Terra e di tutti i suoi abitanti, con l’obiettivo di favorire una riflessione sensibile e alternativa, anche di fronte alla crisi culturale e ambientale che ci vede protagonisti.
Già nel docu-film “Un altro mondo” del regista romano, proiettato anche al Parlamento Europeo, si mette lo spettatore di fronte ad alcune domande importanti: “L’umanità sta attraversando un periodo di “crisi” profonda in cui cresce il desiderio di vedere dei cambiamenti nel mondo. Siamo pronti? Ci piace il mondo in cui viviamo oggi? Quali sono le sue contraddizioni? Come possiamo migliorare? Siamo sicuri che siamo il popolo più evoluto che sia mai vissuto su questa terra?” scrive Torelli. E continua così: “Un altro mondo vuole essere un documentario illuminante e rivelatore, che si occupa di grandi questioni legate al nostro futuro possibile. A partire dal presente, l’analisi va indietro nel tempo alla ricerca di civiltà come i Maya e i nativi americani che si sono sviluppate in modo diverso ma dalle quali abbiamo molto da imparare; società sterminate da noi in nome dello “sviluppo” e della “modernizzazione”, ma che oggi vengono prese da esempio per insegnarci molto su noi stessi, sul nostro presente e sul futuro che ci stiamo costruendo”. Lo scorso anno Alberto Ruz Buenfil (tra i coordinatori del Primo Forum Mondiale per i Diritti della Madre Terra che si è appena tenuto in Messico con interventi di personaggi importanti di tutto il mondo come Vandana Shiva, Leonardo Boff e Paramadvaiti Swami), studioso e pioniere della creazione e della promozione della Cultura della Pace e protagonista del Tour “Un Altro Mondo per i Diritti della Pachamama”,ha scritto un Manifesto su “Il Buon Vivere e i Diritti della Madre Terra” che si fa portatore di una filosofia di cambiamento positivo: “A partire dal XX secolo cominciarono ad apparire qui e là i primi difensori degli animali, dei fiumi, dei mari, dei boschi, delle montagne, delle sementi native, dei territori naturali e i luoghi sacri, della biodiversità, delle energie non inquinanti o pericolose come quelle nucleari, e che parallelamente cominciarono a creare spazi di protezione, di resilienza, di sostenibilità, implementando nuove ecotecniche, imparando e riprendendo le forme di produzione, di presa di decisioni, d’istruzione e sanità così come le pratiche spirituali delle culture originali ed emergenti, cercando di ristabilire un rapporto armonioso con la Madre Terra e i suoi cicli vitali. E oggi, questo processo ci sta portando a capire che senza una legislazione che prenda in considerazione i Diritti della Natura, la nostra stessa sopravvivenza come specie è in pericolo di estinzione, ed è per questo che stiamo seguendo l’esempio dei popoli andini, specialmente in Ecuador e Bolivia, ed ora anche a Città del Messico, che ci stanno tracciando le prime linee per riprendere i principi del Buon Vivere, o il Sumak Kawsay, e aggiornarli al complesso mondo moderno in cui viviamo per modificare il modello di “sviluppo cieco” e di “progresso illimitato” che sta uccidendo tutti gli elementi naturali e la biodiversità culturale, per poter pensare di lasciare una strada possibile alle generazioni future”. A dare il loro contributo agli incontri saranno presenti come esperti anche Alessandra Comneno, ricercatrice e praticante di sciamanesimo, guardiana e pellegrina della coscienza secondo la tradizione Maya-Tolteca, e Antonio Giacchetti, avvocato ed esperto di civiltà Maya e di “cicli del tempo”.
Entriamo ora direttamente nel cuore del tour intervistando Thomas Torelli, che attualmente lavora, come regista e autore, a Food ReLOVution, un documentario che pone l’accento sui danni causati dall’industria alimentare all’ambiente, all’uomo e agli animali e del quale è appena uscito il libro dell’omonimo film “Un altro mondo”.
Thomas, com’è nata l’idea di “Un Altro Mondo per i Diritti della Pachamama”?
L’idea è nata da Alberto, che combatte da tutta la vita per cercare di creare un mondo diverso, basandosi sul Sincronario Maya, chiamato anche Sacro Tzolkin, e per ritrovare e riscoprire le conoscenze ancestrali. L’anno scorso ha scritto il Manifesto “Il Buon Vivere e i Diritti della Madre Terra” ed stato considerato dal’Huffington Post l’uomo più influente per i diritti e per pace dell’America Latina, il bioregionalismo, il cambiamento sociale, e sostenibilità ambientale grazie anche alla realizzazionedel primo ecovillaggio del Messico, Huehuecoyotl. Ha poi deciso di iniziare un nuovo tour per cercare di far si che venga creata una Carta dei Diritti della Madre Terra, che è di vitale importanza in un momento come questo. Condivido quindi questa idea e credo sia assurdo che la Carta non sia ancora presente perché proprio l’esistenza stessa dell’uomo dipende dalla Terra. Contemporaneamente mi sembrava utile mettere a disposizione i contatti e le conoscenze ottenute in questi due anni di tournée per “Un altro mondo e così, coinvolgendo anche Alessandra, importante voce dello sciamanesimo femminile, e Antonio, siamo partiti con il progetto.
Qual è la grande differenza culturale tra la cultura occidentale e quella dei nativi americani?
La grande differenza culturale è che loro vedevano la vita in tutto ciò che ci circonda, come se tutto fosse sacro. Vivevano in armonia, in serenità, con gioia. Nella cultura nativa non esisteva il senso del possesso delle cose, della proprietà, del denaro. E questa cultura, la cultura di uomini che prendevano il nome proprio dalle abilità conquistate, è stata quasi distrutta ed è stata vittima di un grande olocausto.
Cosa sta succedendo alla nostra società?
Noi pensiamo che la forma di vita più importante sia la nostra. La nostra società si basa su un sistema di ricchezza e di consumismo. E questa equazione porterà alla distruzione. Negli ultimi 50 anni ci sono stati disastri ambientali e ciò sembra non interessare a coloro che ci governano. Ma dal basso si stanno muovendo in sacco di idee nuove e positive: l’uomo oggi si sta avvicinando a filosofie semplici e alternative quando solo 30 o 40 anni fa ne sarebbe stato quasi deriso. Si sta creando una certa sensibilità e la gente, di fronte alla distruzione si indigna. Se il Sistema non si muove dobbiamo creare noi dal basso un nuovo paradigma. Per quanto riguarda la mia esperienza, per esempio, sono due anni che insieme al mio gruppo andiamo in giro per l’Italia a portare il messaggio del film e a promuoverlo e tutto questo avviene grazie alle persone comuni che lavorano per far si che il film venga condiviso nelle città. Questo è un grande messaggio di crescita e di miglioramento.
Quali sono le difficoltà incontrate lungo il cammino?
Abbiamo cercato di contenere i costi per creare degli incontri il cui costo fosse fruibile per la maggior parte delle persone e per fare ciò abbiamo incontrato alcune difficoltà.
Durante gli incontri verrà proiettata una parte del tuo film?
Durante gli incontri verranno inseriti miei interventi su Food ReLOVution, il nuovo film al quale sto lavorando, che ha molto a che fare con “Un Altro Mondo per i Diritti della Pachamama”. Parla infatti di allevamenti intensivi, per esempio, che è una grave forma di inquinamento. Basti pensare che per un chilogrammo di carne vengono consumati da 15 ai 17 mia litri d’acqua. Sto inoltre lavorando alla realizzazione di un dvd per il tour che contenga parte dei materiali creati per “Un altro mondo” ma mai utilizzati: il ricavato dalla vendita verrebbe donato in beneficienza ad Alberto per finanziare le sue battaglie.
Cosa vi piacerebbe raccogliere da questo tour?
Noi andiamo avanti cercando di creare massa critica. Se ogni giorno una persona si svegliasse ponendosi nuove domande e cercasse di migliorare il mondo e se poi si sentisse una persona migliore la mia battaglia sarebbe vinta.

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