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Si cucina a scuola: il progetto nel bolognese

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Un laboratorio teorico-pratico di cucina per i ragazzi delle scuole, con attenzione alla sostenibilità. È il progetto che Stefano Bompani, ideatore di percorsi di orientamento e divulgatore del metodo Montessori, ha portato in alcuni istituti del bolognese.

Si cucina a scuola: il progetto nel bolognese

Un laboratorio teorico-pratico di cucina per i ragazzi delle scuole, con attenzione alla sostenibilità. È il progetto che Stefano Bompani, ideatore di percorsi di orientamento e divulgatore del metodo Montessori, ha portato in alcuni istituti del bolognese.

Lo abbiamo intervistato.

In che cosa consiste il progetto che ha portato avanti e come è stato strutturato e realizzato?
«Ho ideato, assieme a un gruppo di genitori, insegnanti e dirigenti scolastici, un laboratorio tecnico-pratico di cucina, il “Paniere della merenda”, che potesse essere di stimolo per i ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado; successivamente è stato esteso anche alla scuola superiore, in una seconda classe del liceo scientifico. L’attività si è sviluppata in varie fasi. Nella parte iniziale abbiamo spiegato l’importanza dell’equilibrio nelle scelte alimentari. Alla primaria ho introdotto la formula del racconto e della danza, nella secondaria ho dato invece spazio a spiegazioni più legate al sentire, al percepire, al comprendere cosa significa essere in equilibrio con sé stessi e con l’ambiente, parlando anche di aspetti legati alla sostenibilità delle nostre scelte; una nutrizionista ha spiegato quanto il marketing dei prodotti sia spesso in grado di sostituirsi al “nostro sentire” nella vita di ogni giorno. Ritengo importante anteporre la consapevolezza a ogni approfondimento, consapevolezza corporea ma anche a livelli più sottili e meno manifesti della nostra esistenza; a questo fine coinvolgo i ragazzi in alcuni esercizi fisici ed energetici che provengono da varie pratiche che ho studiato e insegnato. Nella seconda fase del lavoro ho illustrato i materiali utilizzati per la preparazione delle ricette e, dato che la cottura avveniva su una piccola piastra elettrica, ho aggiunto al classico corredo da cucina un accumulatore di energia elettrica e un pannello fotovoltaico portatili. Abbiamo anche tenuta monitorata l’energia consumata, poi abbiamo vissuto un momento conviviale di consumazione dei pancake preparati insieme, abbiamo ripulito gli ambienti e approfondito il tema del consumo energetico, grazie anche a esempi pratici. Il lavoro è stato preventivamente presentato ai ragazzi e alle famiglie oltre che in serate aperte al pubblico e sono seguite serate di restituzione dell’esperienza».

Quali collaborazioni sono state attivate e chi ha partecipato?

«Il progetto ha coinvolto diverse figure dentro e fuori dalla scuola; si tratta di dirigenti scolastici, insegnanti, genitori e nutrizioniste. La collaborazione ha coinvolto finora l’Istituto Comprensivo di Sant’Agata Bolognese e l’Istituto di Istruzione Superiore Archimede di San Giovanni in Persiceto, entrambi nel bolognese. Sponsor locali hanno finanziato parte del progetto, alcuni negozi e attività commerciali hanno fornito quasi tutti i prodotti e materiali necessari per la preparazione delle ricette».

Quali risultati sono stati raggiunti? Che messaggio è passato ai ragazzi?
«Abbiamo avuto dai ragazzi bellissimi riscontri sia scritti sia verbali. Hanno apprezzato molto vedere alcuni aspetti della nutrizione prima ancora di studiarla sui testi di scuola, quindi partendo dalla pratica; hanno anche compreso quanto la ricerca del cibo sia strettamente legata all’immagine che abbiamo di noi stessi e  quali immagini ci vengono proposte sempre più di frequente dai media e dai social, confrontandole con quelle che hanno rappresentato uomini e donne “ideali” nei secoli passati. Sono stati apprezzati i momenti di esercizi energetici e di centratura; ho avuto ulteriore conferma che queste pratiche aiutano a mantenere alta la soglia dell’attenzione, ad avere un buon “clima” in classe e a consentire ai ragazzi di vivere momenti sereni. Potremmo definirlo complessivamente un messaggio al di fuori degli schemi educativi che però molti dirigenti ed educatori stanno cercando di inserire gradualmente negli ambienti scolastici. Non è necessario studiare sempre la teoria prima di mettersi all’opera anzi, con la giusta attenzione, si può sperimentare fin da subito: possiamo cucinare in sicurezza se i materiali sono adeguati, si tratta solo di creare la situazione adeguata. Ogni inventore e scienziato è partito dalla sperimentazione e i ragazzi hanno capito che questa si fonde con lo studio e che l’una è complementare all’altro. Attività come queste favoriscono anche la multidisciplinarietà: per esempio la conoscenza del corpo umano scaturisce dalla necessità del cibo, porta a comprendere come generare energia e come usarla, quali leggi fisiche, anche oltre la fisica classica, governano l’energia e determinano il risultato ottenuto».

Come verrà utilizzata l’esperienza maturata?

«L’esperienza verrà utilizzata per varie attività future, ad esempio per creare un progetto peer to peer in cui i ragazzi stessi si occuperanno di insegnare ai “loro pari”; a medio termine vorrei che le scuole avessero una loro autonomia nella gestione di un progetto di questo tipo in modo tale che possano precedere contenendo le spese e con la libertà di ampliarlo a tutte le classi che desiderano, senza dipendere dalla disponibilità di esperti di orientamento o coordinatori. Sebbene sia stato io abbia a ideare e coordinare il progetto, questo non sarebbe stato possibile se non grazie alla collaborazione di un gruppo di genitori, professori, professionisti e attività sul territorio che si sono resi disponibili a portare avanti questo progetto e che ringrazio».

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Stefano Bompani si occupa da oltre vent’anni di ingegneria informatica, lavora per un progressivo miglioramento della comunicazione con le persone con cui collabora e negli ultimi dodici anni ha fondato, assieme a diversi medici, un’associazione che tratta i temi delle pratiche olistiche, la sostenibilità e la fisica quantistica. È co-fondatore di un’associazione nata per la divulgazione del pensiero montessoriano nelle scuole. È ideatore di percorsi di orientamento trasversali e peer-to-peer per ragazzi, oltre che praticante e studioso di arti marziali, meditazione, yoga e qi-gong.

Stefano Bompiani

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