Alimentazione naturale Il dilemma delle fibre homepage h2 Condividi su: Dal testo “Svezzamento secondo natura” vi riportiamo un interessante capitolo dedicato all’introduzione nell’alimentazione del bambino di cereali integrali e legumi. 15 Maggio 2011 letture: 19 Alimentazione naturale Alimentazione sana Bambino naturale Genitori e figli Svezzamento secondo natura di Michela Trevisan Terra Nuova Edizioni cod. EA070 – pp. 200 – € 13,00 (per gli abbonati € 11,70) L’introduzione di alimenti ricchi di fibre, come i cereali integrali e i legumi, è uno degli argomenti più controversi dell’alimentazione della prima infanzia. Il problema nasce dalla considerazione che un eccessivo consumo di fibre può ridurre l’assorbimento di minerali, soprattutto di ferro, calcio e zinco. Ma come spesso accade i problemi non sono mai così lineari. Negli alimenti di origine vegetale sono presenti due tipologie di fibre: solubili e insolubili. Entrambe, per motivi diversi, rallentano l’assorbimento dei nutrienti, dagli zuccheri ai grassi per finire ai minerali. In realtà le fibre solubili, per intenderci le pectine delle mele e le fibre di fagioli o avena, che una volta scaldate con acqua si addensano, durante il loro transito nel colon vengono trasformate dalla flora batterica locale, producendo sostanze acide che favoriscono l’assorbimento del calcio e dello zinco (cfr. INRAN). Il problema semmai si pone con le fibre insolubili, presenti nella crusca dei cereali, che contengono acido ossalico e acido fitico. Queste due sostanze sono contenute nella parte esterna dei chicchi allo scopo di tenere intrappolati i minerali (calcio, magnesio, zinco ecc.) che rilasceranno solo quando il chicco verrà a contatto con l’acqua. Il rilascio di questi minerali attiva a cascata, come se fossero delle vere e proprie chiavi di avviamento, tutti gli enzimi indispensabili alla germinazione, ovvero alla formazione di una nuova pianta! Questi agenti chelanti, quando sono presenti, riducono l’assorbimento di ferro, zinco e calcio nell’ambiente intestinale. Ma… possiamo ridurre l’acido fitico utilizzando una di queste tre semplici pratiche casalinghe: >> ammollo dei cereali integrali o cottura con la coperta (vedi metodi di cottura), perché in questo modo si attiva la germinazione riducendo il contenuto di acido fitico; >> la germinazione vera e propria; >> la panificazione con pasta madre. Questi tre interventi, ognuno in modo diverso, producono la demolizione dell’acido fitico trasformandolo in inositolo e fosfato inorganico, due sostanze che non hanno più azione chelante. Questa demolizione iene effettuata, in tutte e tre le situazioni, attraverso l’attivazione dell’enzima fitasi naturalmente presente nei semi integrali e nelle farine derivate. La sua attivazione avviene grazie all’azione dell’acqua e della temperatura non troppo elevata a cui avvengono queste trasformazioni. Quando invece i semi integrali (riso, frumento, farro ecc.) vengono cotti direttamente nell’acqua, l’innalzarsi rapido della temperatura blocca l’azione dell’enzima poco dopo la sua attivazione. Bisogna comunque aggiungere che, come spesso accade in natura, l’acido fitico non ha solo una valenza negativa. L’azione chelante (di trattenere cioè i minerali), soprattutto nei confronti del ferro, svolge anche un’azione antiossidante (il ferro è un agente proossidante) e aiuta a mantenere in equilibrio la flora batterica intestinale, che si altera in presenza di un eccesso di ferro libero (anche nel latte materno il ferro è legato alla lattoferrina). L’azione chelante può inoltre essere svolta nei confronti di metalli pesanti. È bene quindi cercare di ridurre il contenuto di questa sostanza negli alimenti senza esagerare, anche perché nei cereali integrali il contenuto di minerali è elevato, e anche se una parte rimane intrappolata nell’acido fitico il bilancio rimane comunque positivo! Di quante fibre hanno bisogno i bambini? Secondo i LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti per la Popolazione Italiana – 1996) in età pediatrica i quantitativi di fibra raccomandati si possono calcolare sommando l’età anagrafica del bambino maggiorata di 5. Quindi durante lo svezzamento non è consigliato superare i 5 g al giorno di fibre. Anche se non viene però fatta ancora distinzione tra fibra solubile e insolubile. Letture consigliate: – Maternità tra estasi e inquietudine – Svezzamento secondo natura – Risvegliare il cuore bambino – Allattare secondo natura – La prima ferita – Il senso di appartenenza – Liberi da allergie e intolleranze – Naturalmente bimbo – Senza pannolino Sfoglia online il Catalogo di Terra Nuova Edizioni e scegli il titolo che fa per te!
La dieta biomediterranea fa bene al microbiota La dieta mediterranea fa bene alla salute del nostro microbiota intestinale, soprattutto se con alimenti biologici. È la conclusione della prima fase dello studio su volontari sani condotto dall’Università di Roma Tor Vergata.
Tre organizzazioni lanciano petizione per vietare l’aspartame Foodwatch, Yuka e Ligue contre le Cancer hanno lanciato una petizione per chiedere alle autorità europee e agli Stati membri di vietare il dolcificante artificiale aspartame.
Isde e Aiab: «Stop al glifosato, è tossico» Isde e Aiab, alla luce degli ultimi studi, chiedono a gran voce lo stop all’utilizzo dell’erbicida glifosato, di cui uno studio dell’Istituto Ramazzini ha dimostrato la cancerogenicità.
Ecco la mappa degli allevamenti intensivi in Europa Nuovi dati raccolti e analizzati dal collettivo internazionale di giornalisti AGtivist hanno permesso di mappare gli allevamenti industriali in Europa, in particolare le cosiddette “mega farms”, enormi stabilimenti con una concentrazione particolarmente elevata di animali.
La dieta biomediterranea fa bene al microbiota La dieta mediterranea fa bene alla salute del nostro microbiota intestinale, soprattutto se con alimenti biologici. È la conclusione della prima fase dello studio su volontari sani condotto dall’Università di Roma Tor Vergata.
Tre organizzazioni lanciano petizione per vietare l’aspartame Foodwatch, Yuka e Ligue contre le Cancer hanno lanciato una petizione per chiedere alle autorità europee e agli Stati membri di vietare il dolcificante artificiale aspartame.
Isde e Aiab: «Stop al glifosato, è tossico» Isde e Aiab, alla luce degli ultimi studi, chiedono a gran voce lo stop all’utilizzo dell’erbicida glifosato, di cui uno studio dell’Istituto Ramazzini ha dimostrato la cancerogenicità.
Ecco la mappa degli allevamenti intensivi in Europa Nuovi dati raccolti e analizzati dal collettivo internazionale di giornalisti AGtivist hanno permesso di mappare gli allevamenti industriali in Europa, in particolare le cosiddette “mega farms”, enormi stabilimenti con una concentrazione particolarmente elevata di animali.