Il Giappone deve rinunciare alla caccia alle balene. La scusa della ricerca scientifica non sta in piedi. Soddisfazione di Sea Shepherd
La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia ha dato ragione alle balene. Lunedì scorso, con 12 voti contro 4, si è pronunciata e sull’importante caso che ha visto l’Australia contro il Giappone, stabilendo che il programma nipponico di caccia alle balene in Antartide, JARPA II, non è a scopo di ricerca scientifica e ha quindi ordinato che tutti i permessi rilasciati sotto il Programma JARPA II siano revocati.
“Con questa sentenza, la Corte Internazionale di Giustizia ha assunto una posizione corretta ed equa che si colloca nel corso giusto della storia, proteggendo le balene del Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud ed il vitale ecosistema marino antartico, una decisione che riguarda direttamente la comunità internazionale e le generazioni future” ha detto il Capitano Alex Cornelissen, Direttore Esecutivo di Sea Shepherd Global.
“Anche se gli arpioni implacabili del Giappone hanno continuato a spingere molte specie di balene verso l’estinzione, Sea Shepherd è sicura che in seguito alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia sarà la baleneria ad essere relegata nelle pagine dei libri di storia”, ha aggiunto.
“Nonostante la moratoria sulla caccia commerciale alle balene, il Giappone ha continuato a reclamare la vita di migliaia di gentili giganti del mare in un luogo che dovrebbe essere il loro rifugio sicuro”, ha detto il fondatore di Sea Shepherd, il Capitano Paul Watson.
“Sea Shepherd ed io, insieme a milioni di persone consapevoli in tutto il mondo, ci auguriamo che il Giappone onori questa sentenza del Tribunale Internazionale e lasci in pace le balene”.