Nuovi Ogm: cosa ci aspetta? Incontro pubblico a Firenze
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Sabato 21 giugno a Firenze, dalle 11 alle 13, un’importante occasione per informarsi su cosa sta accadendo in Italia e in Europa sul fronte dei nuovi Ogm. Fondazione Est-Ovest e Terra Nuova organizzano (presso gli spazi della Fondazione in via Girolamo Vitelli 20) un incontro pubblico dal titolo “Nuovi Ogm: cosa ci aspetta? L’UE accelera la deregolamentazione e il governo italiano li sta già autorizzando in campo: facciamo chiarezza”.
Sabato 21 giugno a Firenze, dalle ore 11 alle 13, un’importante occasione per cittadini e agricoltori per informarsi su cosa sta accadendo in Italia e in Europa sul fronte dei nuovi Ogm. Fondazione Est-Ovest e Terra Nuova organizzano (presso gli spazi della Fondazione in via Girolamo Vitelli 20) un incontro pubblico dal titolo “Nuovi Ogm: cosa ci aspetta? L’UE accelera la deregolamentazione e il governo italiano li sta già autorizzando in campo: facciamo chiarezza”. Intervengono:
- Francesco Paniè e Stefano Mori del Centro Crocevia e co-autori del libro-inchiesta Perché fermare i nuovi OGM (Terra Nuova edizioni)
- Maria Grazia Mammuccini presidente di Federbio
- Riccardo Bocci della Rete Semi Rurali
- Barbara Nappini presidente di Slow Food Italia
- Nicoletta Maffini presidente di Assobio
- Federica Bigongiali della Fondazione Seminare il Futuro
La partecipazione è gratuita, è gradita la prenotazione compilando il form che trovate QUI
«È cruciale informare gli agricoltori riguardo al tentativo dell’Ue di deregolamentare gli Ogm» spiega Rossella Bartolozzi della Fondazione. «Questa scelta avrà un impatto considerevole sulle pratiche agricole. Gli agricoltori potrebbero trovarsi di fronte a una ridotta disponibilità di sementi non-Ogm e potrebbero subire pressioni per l’adozione di colture geneticamente modificate; inoltre gli agricoltori che desiderano mantenere produzioni senza Ogm potrebbero dover sostenere costi maggiori per evitare la contaminazione, e la deregolamentazione potrebbe favorire grandi aziende sementiere, con un potenziale aumento della dipendenza degli agricoltori da queste e un impatto sulla biodiversità delle sementi e sull’agrobiodiversità, cruciali per l’adattamento ai cambiamenti climatici».
È dunque quanto mai importante «sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’agroecologia come futuro della produzione alimentare, a tutela della salute umana e del Pianeta, per la conservazione della resilienza del sistema alimentare, e per la giustizia sociale ed economica» prosegue Bartolozzi.
«Rischiamo di fare un passo irreversibile» hanno spiegato in una nota Centro Crocevia, Associazione Rurale Italiana, Associazione di Base dei Consumatori, Ecoresistenze, Arci, Verdi Ambiente e Società e Friday For Future Roma. «I nuovi Ogm sono stati ribattezzati in Italia come Tea (Tecniche di Evoluzione Assistita) per tentare di superare la contrarietà della maggioranza verso il cibo prodotto con l’ingegneria genetica. Se privati dei controlli di sicurezza, della tracciabilità e del monitoraggio adeguato, questi alimenti circoleranno indisturbati nei nostri campi e arriveranno nei nostri piatti, togliendoci la libertà di produrre come agricoltori e di scegliere come consumatori».
Info e contatti: info@fondazione-est-ovest.it tel. 055 49 34 484
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LETTURE UTILI
La deregolamentazione di un’ondata di nuovi Ogm in Europa può cambiare per sempre l’agricoltura e il cibo che mangiamo.
Finora gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio secondo il principio di precauzione avevano evitato a Italia ed Europa l’invasione di coltivazioni figlie dell’ingegneria genetica e del cibo creato in laboratorio. Ora però la Commissione Europea sta cancellando ogni vincolo per le cosiddette New Genomic Techniques (NGT), ribattezzate in Italia Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), compresa la possibilità per gli Stati di vietarle sul loro territorio. In questo libro si intrecciano storia della biologia, inchiesta giornalistica e testimonianze dai movimenti, per raccontare gli enormi interessi e le relazioni pericolose tra multinazionali, politica e scienziati che rischiano di compromettere la vera transizione agroecologica, i diritti dei contadini sui semi e quelli dei consumatori a una scelta informata.

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L’agricoltura che non è industriale non è facile, ma c’è, esiste e i contadini che la praticano sono ancora tanti e vogliono far sentire la loro voce. Ce lo spiega bene Antonio Onorati in questo libro, che ci fa capire:
• come le politiche agricole favoriscano i grandi gruppi e le multinazionali, ma anche come sia possibile cambiare rotta;
• come la pressione su brevetti e OGM rappresenti un enorme pericolo per la biodiversità e i piccoli coltivatori;
• come ci sia da fare un grande lavoro per ripensare le rappresentanze agricole;
• come sia sempre più necessaria e improcrastinabile una svolta agroecologica;
L’agricoltura contadina, e l’economia che le corrisponde, ha gli elementi necessari per garantire la produzione di cibo in armonia con la natura e non contro di essa.