Moni Ovadia: «Non c’è mai stato un sionismo buono»
homepage h2
Decise e chiare le parole pronunciate da Moni Ovadia a Bologna in occasione dell’inaugurazione della mostra “Per la Palestina – Immagini contro il genocidio” che si è conclusa l’8 giugno scorso, realizzata dal Coordinamento bolognese per la Palestina.
Decise e chiare le parole pronunciate da Moni Ovadia a Bologna in occasione dell’inaugurazione della mostra “Per la Palestina – Immagini contro il genocidio” che si è conclusa l’8 giugno scorso, realizzata dal Coordinamento bolognese per la Palestina.
Moni Ovadia, nato da una famiglia ebraico-sefardita, è attore teatrale, drammaturgo, compositore e cantante. Con la passione e franchezza che lo contraddistinguono ha dichiarato: «Troppo comodo, prendersela con il solo Netanyahu, come se fosse l’eccezione anziché la regola, e cioè un potere violento che da quasi un secolo lavora per sfrattare e annientare i palestinesi. Netanyahu è un mostro? Perché, gli altri cosa hanno fatto? La Naqba l’ha fatta Ben Gurion, l’ha fatta Golda Meyr. Ben Gurion fece distruggere 500 villaggi palestinesi con un gesto della mano. Non c’è mai stato un sionismo buono. Il sionismo è un’ideologia colonialista, quindi razzista, segregazionista e da ultimo genocidaria».
Nel suo discorso all’inaugurazione della mostra Ovadia ha anche detto: «Usate serenamente la parola genocidio, perché di questo si tratta: ciò che sta commettendo Israele è un genocidio intenzionale, non lo dico io che sono un teatrante, ma lo dice Amos Goldberg, professore di storia dell’Olocausto presso il Dipartimento di Storia Ebraica e Studi Contemporanei dell’Università di Gerusalemme, e lo dicono anche molti ebrei sopravvissuti ai campi di sterminio. Non è stato un errore, una perdita di controllo. No, questo era lo scopo: cancellare un popolo con tutti i mezzi possibili, deportare i palestinesi, distruggere tutta la loro millenaria cultura».
E ancora: «La strategia dei sionisti è quella di mentire sistematicamente, occorre documentarsi e non farsi intimidire dalle accuse di antisemitismo. Se uno è un criminale non cambia se è ebreo. Il sionismo crede che la Palestina sia la terra degli ebrei perché gliel’ha promessa Dio. Con il sionismo gli ebrei sono diventati come gli altri, come i loro carnefici e cioè colonialisti, oppressori, suprematisti.Non credete a quella baggianata del popolo eletto: chi erano gli ebrei? Erano una massa di meticci che ebbero la geniale idea di inventarsi un Dio il quale dichiara: sono il Dio dello schiavo e dello straniero, nessuno ha diritto alla terra perché la terra è mia. Gli ebrei non sono eletti perché sono ebrei, ma perché sono schiavi e stranieri. Noi esseri umani non abbiamo radici, abbiamo piedi per camminare e l’umanità si è formata camminando. Noi vivremo in pace solo quando saremo tutti stranieri tra gli stranieri».
«Leggete i libri dello storico israeliano Ilan Pappè, che ha dovuto lasciare il paese per le minacce ricevute; leggete le straordinarie poesie di autori palestinesi, come Mahmoud Darwish, uno dei più grandi poeti arabi del ‘900. Se un giorno ci sarà un processo per questo genocidio, accanto ai sionisti ci saranno tutti i politici dell’Occidente che non hanno impedito questa immane tragedia. I politici occidentali hanno fatto una delle cose più indegne: hanno deciso il momento in cui comincia la storia, cioè il 7 ottobre, come se prima non ci fosse stato niente: le uccisioni di bambini palestinesi, gli arresti arbitrari, i furti di terra e di acqua, i massacri, le segregazioni».

Moni Ovadia ha anche aggiunto: «Sapete chi sarà il giudice di questi ignavi e indifferenti? Quelli di cui Gramsci scrisse nel saggio indimenticabile “Odio gli indifferenti”; saranno i loro figli e nipoti, perché magari un giorno li guarderanno dritti negli occhi e gli domanderanno: tu dov’eri? Allora è bene che ciascuno di noi faccia la sua parte. Non tutti siamo Che Guevara o Madre Teresa di Calcutta, però abbiamo una voce: alziamola! Ho la fortuna di avere molti amici palestinesi e spero di vivere abbastanza per chiedere, quando ci sarà, la cittadinanza palestinese».
Si ringrazia Roberto Pasquali per la trascrizione del discorso pronunciato da Moni Ovadia
Foto: Giuditta Pellegrini
_____
LETTURE UTILI
ATLANTE DELLE GUERRE E DEI CONFLITTI DEL MONDO – XIII EDIZIONE
La XIII edizione dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo rivela quali sono le vere cause delle tante (troppe) guerre in corso ed è intitolato Il pianeta gioca a risiko. Nel volume approfondimenti e riflessioni sulle origini dei maggiori conflitti in corso, sugli attori in gioco e sulla corsa al riarmo, che non riguarda solo i paesi in guerra ma coinvolge la maggioranza degli Stati.

______

Sono oltre 30 le guerre in corso sul Pianeta. Gli Stati si affidano alle armi per trovare soluzioni, mentre sarebbe urgente investire sull’emergenza climatica, sui diritti umani, sulla democrazia. Crocco e Giordana invitano a guardare il Mondo con occhi differenti, abbandonando le logiche armate della geopolitica a favore di una “geografia dei diritti umani”, che ponga al centro delle relazioni tra Stati la cooperazione e il rispetto dei diritti. Non si tratta di un approccio teorico o ideale, è semplicemente realistico, forse l’unico che può fermare questa pericolosa corsa alle armi.